IL RISVEGLIO DEL PRIMATE: Cenni di un’iniziazione.
- Maestro, voglio risvegliarmi!
- E chi te lo impedisce?
- Dai, su, non scherzare, sono serio, voglio impegnarmi veramente per emanciparmi!
- Emanciparti?… da chi, da che cosa dovresti emanciparti?
- Da me stesso, ovviamente?
- Ci risiamo!vuoi uscire da te stesso, per andare dove?
- Non lo so, insomma, me la fai sempre così difficile… intendo dire che voglio fare qualcosa per stare in pace, con me e con gli altri, con la vita stessa.
- Sono bellissime parole, continua pure, è bellissimo ascoltarti.
- Non so come fare a spiegarti cosa desidero
- il punto è proprio questo che non lo sai neppure tu… e se non sai dove vuoi arrivare come posso aiutarti ad andarci?
- Lo so benissimo, invece, si tratta di eliminare i miei conflitti tra le parti opposte di me, voglio essere coerente con ogni mio aspetto, raggiungere una consapevolezza del qui e ora, ascoltarmi e accettarmi
- ah vedi, ascoltarmi e accettarmi, implica che c’è qualcuno che ascolta qualcun altro e poi lo accetta, sembra che ci sia un problema di accettazione… se fosse questo, basta che tu ti ascolti bene e poi che accetti il costo di accettare questa parte, che sia una ferita o una funzione protettiva, che sia un bisogno o un ideale da raggiungere.
- Sì è proprio così, ho ideali contraddittori, aspettative opposte e non riesco a mettermi d’accordo… con me stesso sono in conflitto.
- Bhè va di moda rendersi conto di essere in conflitto, sei in linea con la media della società, ti rendi conto che sei un primate.
- Un primate?
- Sì il primate in te, vince sempre!
- Grazie! Bhè, io voglio cambiare, sono determinato a dominare quello che tu chiami “primate”, io ho una volontà e una motivazione che mi spinge a liberarmi da questo primate, voglio uscire dalla morsa dei bisogni e delle compensazioni delle frustrazioni che questo primate sente, vive e non può gestire né controllare.
- Il primate sei tu! Non esiste qualcosa di scisso da te, è la tua manifestazione più concreta e non puoi in alcun caso sbarazzartene, se non eliminando te stesso, la vita stessa! Se vuoi iniziare ad avere qualche lume di visione su come funziona il primate, la privma cosa da fare è realizzare e non semplicemente comprendere, che tu sei il primate e che esso, in quanto te, domina l’intera scena della tua vita, che tu come primate hai già tutto programmato, sebbene non nei dettagli, ma nelle risposte agli stimoli ambientali sei perfettamente adattato e progettato per reagire in modo più o meno efficace, ma comunque a reagire in un certo modo del tutto automatico.
- Questo è molto brutto! Trovo molto difficile accettare questa cosa che mi dici e che per te sembra una verità, quasi un dogma, un totem da adorare.
- Fai tutte le tue verifiche e considerazioni, io non ti impongo nulla, anzi, prima di continuare l’iniziazione, ti consiglio di valutare con la tua testa, con la tua conoscenza, studiando e riflettendo ogni aspetto possibile, ogni trucco possibile e solo poi, fare delle scelte, il più razionali possibili, considerando ogni possibile risvolto e trucco della mente. Importante è che tu riesca a dimostrare SENZA OMBRA DI ALCUN RAGIONEVOLE DUBBIO CHE TU SEI UN ENTITA’ LIBERA DI SCEGLIERE! Se riesci a dimostrare questo, allora è ragionevole che tu te ne vada e che mi smentisci quello che appena ti ho esposto come fatto reale, verità del fenomeno homo Sapiens… cioè la verità dell’esistenza del Primate.
- So già che questo compito è impossibile, ho impiegato anni di ragionamenti e riflessioni, studiato filosofia e l’esperienza di molti maestri e non sono riuscito mai nemmeno ad avvicinarmi a dimostrare la mia capacità di fare scelte autonome dall’ambiente, cioè senza considerare l’influsso ambientale, anzi ho compreso, e realizzato cjhe ogni mio pensiero, azione e comprensione, ivi compreso questo che sto esprimendo proprio ora, sono frutto di concatenazioni e influssi, che sebbene complessi e intricati, sono unicamente frutto dell’incontro casuale e causale allo stesso tempo, coincidente e misterioso di molteplici fattore ambientali, ormonali, psicologici, chimico-elettrici e spirituali. Fattori che esulano completamente da una mia ipotetica volontà autonoma di scegliere, decidere o agire.
- Quello che stai provando è la vicinanza con il primate!
- Bella cosa! Sento questa vicinanza come una morsa, un fardello, un vincolo, un obbligo di stare dentro un corpo che mi obbliga ad essere qualcosa che non voglio!
- Vedi che facile è immaginare di essere autonomi? Di dissociarsi dal primate, immaginando un potere speciale al di là del vincolo materiale? Vedi che facile è immedesimarsi in una ipotetica entità astratta, come fossi un proiettore con il potere magico di “far uscire” te stesso dal corpo fisico, in una sorta di entità non ben definita, ma prodotta dal tuo magico potere? Vediti questa facoltà meravigliosa, quanto fantasmagorica e cogline l’aspetto illusorio, che non significa inesistente, nell’essere un’entità astratta, magari collocata chissà dove nella tua testa, osservati come portatore in vita di questa meraviglia naturale nel suo aspetto illusorio e allo stesso tempo eccitante, di “poter capire” la realtà, di “poter acchiappare” in qualche modo il senso, il significato, di un’osservazione o di un ragionamento.
- La mancata realizzazione di questo fenomeno naturale e la relativa negazione inconsapevole dell’identificazione soggettiva con il pensiero, è la causa della continua decadenza delle facoltà superiori dell’Uomo e la continua reiterazione della sofferenza.
- Ma perché allora? Cos’è che ci impedisce di comprendere questo fenomeno che tu ritieni naturale? Cos’è che potendo eliminarlo, ci impedisce di vivere il nostro aspetto evoluto, mistico, spirituale?
- La difficoltà maggiore per progredire verso la liberazione… E’ il paradosso stesso!
- In che senso?
- La mente del primate non è fatta per pensare all’esistenza contemporanea degli opposti, il primate deve sempre avere un ruolo, una meta, un significato, una posizione, perché la sua mente funziona attraverso l’identificazione-dissociativa.
- Che significa?
- In virtù della risposta automatica agli stimoli, il primate cerca sempre una posizione da cui osservare i fenomeni e non è capace di vedere da più angolazioni contemporaneamente, cerca, cioè di comprendere quale sia la verità secondo la sua impostazione cognitiva, secondo la formazione che ha ricevuto, il primate non è abile nell’osservare due cose opposte e accettarle entrambe come fenomeni della realtà, fa in automatico delle scelte che poi ritiene autonome e libere.
- Che cosa glielo impedisce?
- L’angoscia! Il primate non sopporta bene l’angoscia e cerca continuamente uno stato di pace, la ricerca della pace mantiene il primate nel suo sonno naturale e non lo fa risvegliare, rimane in un film più o meno gratificante, che chiama realtà.
- Scusa, ma di che interesse pratico è sapere questo? Che cosa me ne faccio io domani nella mia vita pratica, nella ricerca di lavoro, nello sbrigare le mie faccende di casa o nei miei interessi personali, che me ne faccio io nel sapere che ho dentro di me un primate… che sono io e che mi domina, sapere insomma che le mie scelte sono “obbligate” dalla biologia e dalla natura di cui sono figlio, cosa mi cambia?
- Dovrebbe lasciarti spazio! Dovrebbe creare spazio tra i tuoi pensieri, reazioni, , meccanismi di compensazione della frustrazione. Se riesci a realizzare e non semplicemente comprendere…
- Fermo! Che cosa intendi per “realizzare” lo usi spesso, al posto di capire o comprendere.
- Realizzare significa che lo scopri tu, una scoperta tua, di prima mano, non una verità ascoltata da me o da un altro, non qualcosa intuito da una lettura o da un Maestro, ma il suo effetto! Realizzare significa un’idea che ti apre un mondo nuovo, una prospettiva creata dalla tua forza di trasformare il vecchio in nuovo, è la comprensione profonda che diviene realtà., il Verbo che si fa carne, attraverso il tuo potere, ma senza l’ego, scaturisce dal mistero della fede, ma non centra nulla con un dogma, né con un totem. Realizzare una cosa significa arrivarci da soli e crederci perché illuminati dalla Luce Vivente della Fiducia Fondamentale, significa in altri termini: assumersi il rischio di sbagliare, fallire, prendere una cantonata, ingannarsi.
- E come si fa? Cosa posso fare per aiutarmi a questo stato di grazia?
- Realizzare una verità implica una certa fiducia in se stessi, è un atto creativo, un atto aggressivo verso la realtà verso il mondo, allenati a fallire deliberatamente per allenarti a stare sereno in quelle condizioni, ascoltati subito dopo aver preso una cantonata, uno brutta figura, di essere considerato folle, asociale, strano, invasato o visionario.
- Realizzare non è per il primate, implica un certo grado di integrazione tra gli emisferi opposti cioè un minimo di stato di veglia.
- C’è qualche pratica che posso fare per aiutarmi in questo?
- Molte pratiche aiutano a questo: ascoltare le tue emozioni intense opposte, quando sei veramente incazzato, triste, deluso, solo, quelli sono i migliori momenti per praticare la meditazione attiva e tentare di risvegliare il primate, almeno portarlo a lavorare sodo per la sua salute e il suo vero benessere.
- Come in una sessione dal terapeuta?
- In un certo senso è simile, ma con la consapevolezza che devi uscire dal controllo, quindi cambiare punto di vista. Implica un setting diverso, sei tu che ti assumi la totale responsabilità di te stesso e allo stesso tempo, ti metti volontariamente nelle mani di chi ti sta assistendo: maestro, terapeuta, counsellor ecc. é un gioco diverso da quello tra paziente e terapeuta, qui sei tu a tenere il controllo ed è tua la responsabilità, se così non è non riesce ad uscire dal primate, fino al momento prima di perdere totalmente il controllo sulle emozioni, sei tu a determinare ogni cosa, devi esserne consapevole.
- Spiegamelo con la metafora del primate.
- Il primate rimane nel sonno fino a quando riesce a dissociarsi dal fenomeno che sta avvenendo nella macchina biologica e per risvegliarlo è necessario motivarlo con qualcosa di molto forte, se no rimane nella sua zona di confort. Un motivo di risveglio è il sesso, la paura di rimanere solo o di essere rifiutato dal clan-famiglia o da altre emozioni intense: invidia, e sopratutto l’umiliazione, per questo motivo i conflitti moderni, l’angoscia e la frustrazione, l’insoddisfazione narcisistica e altre emozioni sono il miglior carburante che nell’epoca attuale è disponibile per tentare il risveglio del primate.
- E’ una visione estrema della crescita, molto differente da quella che ho studiato o ricevuto dai miei Maestri.
- Oggi siamo in un epoca completamente nuova, molto veloce, estrema e paradossale, i valori comunemente accettati sono stati sradicati e vige molto caos, molta confusione e le emozioni del primate stanno impazzendo senza avere più punti fissi a cui approdare.
- Proprio le emozioni estreme, possono essere un’opportunità unica per uscirne, emanciparsi, risvegliarsi.
- Ma fa paura immaginarsi di usare proprio ciò che ti fa male, allo scopo di trascenderlo.
- Puoi fare altre strade! Qui non devi trascendere nulla, questo è il punto differente, non c’è nessuna possibilità di dissociarsi ulteriormente, sei già abbastanza separato dalle tue emozioni dai tuoi reali fenomeni che tu sei, si tratta invece di accettare di assere accompagnati attraverso di essi, da un altro, in relazione di fiducia e in piena presenza.
- Si tratta di fare una scelta, se giocare a questo nuovo gioco oppure se tentare altre strade, oppure se rimanere nel sonno, con tutti i vantaggi e svantaggi del caso. Non c’è alcuna garanzia di successo, ma nemmeno motivi ragionevoli per rinunciare ancora prima di iniziare il gioco!
- Parlami dell’illuminazione! Ti parlo della causa del sonno e potrai comprendere per contro, cosa significhi quella parola così tanto mistificata e totemizzata. E’ proprio la tendenza dissociativa intrinseca nelle difese del primate che una volta messa in atto mantiene il primate nel sonno costante o quesi costante, con alcuni brevi risvegli momentanei, cerca di comprendere la causa che ti mantiene in quanto primate nell’illusione di “esistere” separatamente dal resto, questo è il punto principale che regola tutta l’illusione e il sonno del primate.
- Intendi che il libero arbitrio è illusorio?
- Non esattamente illusorio, il punto è la sensazione e non il concetto, di avere una volontà autonoma, di “poter” e quindi di “dover” fare delle cose, di dover agire, anche per emanciparsi, osserva la qualità di quella sensazione, il senso di potere e di “avere un centro” cioè di esistere come centro dell’esistenza, come centro dell’essere, come “stazione di controllo” stanza dei bottoni di essere proprio un’entità che gli è stato dato un nome e cognome, che possiede un corpo, uno spirito, un’anima, osserva con calma il fatto che tu dai per scontato la tua presenza, la tua esistenza con potere decisionale, che dai per scontato che sei sveglio, pensante e provvisto di potere decisionale.
- Qualcosa intuisco, ma mi rendo conto che devo fare uno sforzo enorme.
- No non serve nessuno sforzo per comprenderlo, ma solo essere connesso alla fiducia fondamentale
- intendi che devo darti fiducia? Che dipende dalla mia poca fede?
- Questo è un approccio vecchio, patriarcale, obsoleto, oggi sei pronto ad una comprensione diretta, alla presa di coscienza che il tuo potere esiste e non esiste contemporaneamente, che gli opposti sono complementari, che puoi pensare in modo parallelo e con differenti punti di vista. Non è più obbligatorio avere una figura di riferimento, sebbene in certi casi sia ancora di aiuto, oggi la mente del primate è abituata al paradosso, tutta la società è satura di paradossi, valori e verità sono stati distrutti e vige uno stato di “fluidità” dove ognuno deve trovare un senso e una coerenza per sopravvivere al caos, le cose, i principi, le verità cambiano aspetto a seconda della convenienza e dell’uso a cui sono destinate.
- Anche i concetti di verità, allora sono “fluidi”, cioè negoziabili?
- La verità esiste se sei connesso ad un altro, nella relazione e unicamente nel tempo spazio in cui sei presente, se sei in relazione e hai una motivazione per esserci totalmente. La verità implica una scelta, una motivazione, implica sempre una rinuncia implicita, anche se poi neghi di aver creduto, nell’atto della fede sei totale, creativo e sveglio, non puoi fare una scelta se dormi, anche se subito dopo neghi di essere stato sveglio. Se dormi, ciò che chiami scelta in realtà è il risultato di una reazione automatica ad uno stimolo, una compensazione.
- Ma hai detto che qualunque scelta è una reazione del primate.
- Certo, lo sono tutte le scelte che derivano dalla volontà e hanno la loro funzione di tendere verso un equilibrio degli opposti, che dal primate nel sonno vengono considerati antagonisti e contrari, ma ci sono scelte che sono svincolate dalla volontà, cioè dall’idea di esistere separatamente e che sono causate dal riconoscimento dei Principi universali, per via spontanea, sono il riconoscimento della verità attraverso la coerenza del sentire… “sai” che è vero.
- Questo è un mistero!
- Nulla di magico! Si tratta sempre di quel fenomeno che viene chiomato “fede” connessa con quello che in filosofia si chiama “realtà ontologica” qualcosa che esiste oltre te separatamente al resto, ma come manifestazione stessa del tutto, te compreso. Questa fede non ha nulla a che vedere con l’entusiasmo di un’idea o l’immaginazione degli effetti benefici di un progetto o di un principio applicato e nemmeno con l’accettazione passiva di un dogma. L’atto di fede è sempre un atto aggressivo che implica l’assunzione di responsabilità è la scelta implicita o esplicita da che parte stare, la scelta di che cosa sia prioritario. L’atto creativo di fede è mistico nel senso che non è regolato dalla ragione pura, ma è un fatto naturale che accade al primate fin da piccolo, l’atto di fede implica l’ascolto dell’angoscia, il contatto con il vuoto.
- Ecco, mi sembrava qualcosa del genere, l’atto di fede sprigiona dalla consapevolezza del vuoto.
- Certo, il primate si risveglia dal sonno quando percepisce paura o emozioni intense, poi si riaddormenta subito, se non viene stimolato alla veglia.
- Con altre paure, angoscia e umiliazione?
- Il primate non ha la facoltà di risvegliarsi senza un aiuto esterno, eccetto casi rarissimi.
- Quindi il ruolo del Maestro è quello di frustrare il sonno del primate, mi sembra di capire.
- Il Maestro ha il ruolo di far contorcere la “bestia, la parte più istintiva e vitale del primate e portarla a lavorare per il risveglio del primate, deve stuzzicare gli istinti e le risorse più vitali del primate a reagire, fino al punto che dovrà rendersi conto di esistere, non più separatamente, ma come manifestazione del divino: E’ l’esperienza dell’illuminazione, di essere l’Entità suprema universale.
- Ma deve essrer svolto nel corpo, cioè attraverso la macchina biologica e le sue reazioni spontanee?
- Sì il corpo del primate è il miglior tempio per il risveglio, perché l’energia vitale è totalmente disponibile al lavoro, si deve risvegliare per prima cosa la bestia per utilizzare il suo potenziale di trasformazione, il suo deposito di energia emozionale immagazzinata nelle memorie e alimentata dalle esperienze di picco energetico.
- Ho capito, ma come convinci la bestia a lavorare sodo per una causa che non centra nulla con i sui bisogni spiccioli?
- E’ un duro lavoro contrario alle tendenze attuali della bestia e del primate nel suo insieme, ma è anche la causa che spingono il primate a mantenersi nel sonno e quindi capita frequentemente che il primate sia sufficientemente interessato a diminuire la sofferenza dei suoi sogni e sia spinto a creare sogni migliori, questa motivazione è quella che principalmente spinge il primate a chiedere aiuto: sostituire i sogni dolorosi e negativi con zone di confort sempre maggiori
- ma queste sono strategie palliative.
- Certo, ma possono essere l’inizio di una ricerca, il primo passo verso la consapevolezza della possibilità di risvegliarsi… può capitare che il primate sogni di essere sveglio e, sebbene questo non lo aiuti a risvegliarsi, anzi, lo mantiene nel sonno profondo, poiché è confortevole, am lo pone in una condizione favorevole per approfondire, per lavorare sulle proprie emozioni e può capitare che prima o poi incontri la persona giusta, che gli dia lo scossone e lo faccia risvegliare, anche per pochi attimi… da lì, nel sonno, potrebbe trovare la motivazione nel cercare un Maestro.
- E’ una visione pazzesca! Ma che vantaggi potrà mai avere una persona, un primate a dormire tutta la vita?
- il sonno del primate ha molti vantaggi sociali, economici e di ordine pratico, quindi è naturale che la società di primati voglia dormire il più possibile.
- Che faticaccia risvegliarsi!
- E’ molto più faticoso andare in montagna, scalare una vetta, lavorare per un obiettivo, raggiungere un’eccellenza nello sport, praticare una qualsiasi discipline, quello che senti non è la fatica, ma la frustrazione dell’ego. Per risvegliare il primate dal suo sonno è necessario motivarlo e la cosa più interessante è fargli capire che ha una grande opportunità di unire i vantaggi di un lavoro simil-terapeutico, cioè di migliorare la gestione delle emozioni, di raggiungere i suoi obiettivi professionali, di ottenere maggiore fiducia in se stesso, di ottenere maggiori performance in ogni campo della sua vita sono grandi cose per il primate e includono alcuni risvegli spontanei, sono esperienze molto positive, piene di energia vitale, vera fiducia, amore, grazia, senso di essersi ritrovato, esperienze seppur brevi, ma molto significative, che lo risvegliano alla vita oggettiva, che nei brevi momenti in cui rimane sveglio e lo fanno connettere con l’Essenza, con gli stati essenziali: queste esperienze se fatte con un Maestro che le valorizzi nel modo giusto, come esperienze evolutive e non terapeutiche fine a se stesse, diventano facilmente grandi motivazioni a lavorare sodo per una causa non più strettamente personale, per l’evoluzione stessa dell’universo…
- Dimmi di più!
- Questo sarà un argomento che tratteremo più avanti, comunque sì, il Lavoro personale, quando da “terapeutico” si trasforma in evolutivo, spirituale, diciamo, trasforma anche il primate in tempio dell’amore universale, il suo sacrificio come “essere separato” in cambio del sublime spazio oltre gli opposti, oltre la sofferenza umana, come luogo sublime di unione di tutti gli aspetti differenti e antagonisti e di tutte le contraddizioni e della loro evaporazione, riunificazione in un’unità esistenziale senza confronti.
- Perché queste conoscenze non sono di dominio pubblico? Perché è così difficile accedervi
- Perché sono nel corpo, nella parte più materiale del primate, perchè il luogo dell’alchimia è “materiale” e il primate mentre sogna non è connesso con il materiale, è sempre dissociato dal corpo e sopratutto dalle emozioni, che solitamente ha imparato a discriminare tra buone e cattive, desiderabili e indesiderabili.
- Tutto qui? Mi sembra assurdo! Un segreto così grande, celato nel luogo più ovvio, più facile da trovare: la bestia!
- Questo luogo fisico è il vero tempio segreto dell’alchimia della trasformazione del sé, unico posto dove possono realmente accadere le trasformazioni alchemiche per aprire il “sè separato” l’ego del primate, agli stati essenziali, sempre più espansi. Iòl primate è stato indotto a dormire proprio attraverso la dissociazione, con le buone maniere o con la paura della ritorsione e dell’umiliazione sociale, la critica ecc. il sonno dissociante è la soluzione naturale che gli permette di sopravvivere fuori dal contatto con la realtà divenuta ai suo occhi: assurda, contraddittoria, ostile, caotica.
- In questo senso che funzione biologica ha il sonno del primate?
- Il sonno risolve le contraddizioni incompatibili con la vita oggettiva, cioè con il contatto pieno con la realtà, con la “costanza del oggetto” come direbbero gli psicologi, il primate non può più sopportare l’ambivalenza delle reazioni ambientali poiché ha perso la fiducia fondamentale e il senso di unità e di appartenenza con il tutto, quindi non è in grado di riconoscersi come parte integrata dell’ambiente stesso. Il sonno provvede a dissociare momentaneamente il contatto emozionale con una realtà percepita folle e assurda, dolorosa o ostile, paurosa o umiliante e instaurando un doppio livello di coscienza, così il primate può passare dallo stato di sogno profondo dove non sa neppure di esserci, schiavo dei programmi di massa studiati per gestire le sue energie, completamente avulso nei suoi impegni e regolato dai condizionamenti ricevuti, e all’opposto, attratto dagli stimoli sensoriali di compensazione allo stress provocato dagli obblighi e dalle frustrazioni, nel secondo livello, invece, si immagina una vita differente, speranze e visioni spirituali che mitigano la durezza del suo stato di schiavitù, uno stato di sogno alternativo e confortevole, dove il primate progetta una vita migliore, si allena ad immaginarsi fuori dal suo contesto reale, sogna realtà parallele e viaggi astrali fuori dal corpo, fantastiche realtà parallele, è la droga con cui il primate si assuefà e a cui si rivolge per sopravvivere al vuoto profondo che ha imparato a censurare e con cui deve continuamente fare i conti per evitarlo, reprimerlo, scindersi, per non cedere alla disperazione o alla depressione.
- E’ in quei momenti, vero, che il primate è molto vicino al risveglio?
- Quei momenti di buio intenso, di estremo dolore o disperazione sono i momenti in cui il primate ha dei barlumi di coscienza, quando, per qualche motivo, risale verso la realtà, che egli però ha imparato a catalogare come ostile, contraddittoria, cattiva, folle, incomrensibile e piena di demoni.
- Il risveglio però avviene in modalità molto differenti, il contatto con il vuoto interiore è una grande porta per il risveglio a patto che il primate sia stato iniziato nel sogno da un Maestro, l’angoscia e la paura sono opportunità e anche carbiurante prezioso per avere la motivazione al risvegliarsi, ma anche altre emozioni, intense, oppure la bontà del Maestro o tramite la Grazia Divina, ci sono molte cause che possono risvegliare il primate. Fondamentalmente tutte le occasioni quando il primate perde momentaneamente il controllo, sono opportunità di risveglio, a patto che sia guidato da un esperto a rimanere nel pieno delle sue capacità di essere presente, questi momenti sono i momenti in cui il primate si risveglia.
- E poi? Una volta risvegliati che si fa? Com’è la vita, cosa cambia? Vale veramente la pena di fare tutto questo lavoro?
- Chi lo sa? Solo tu potrai dirlo! Fai le tue scelte, io non posso saperlo per te!
- Certo, scherzavo! Intendevo dopo il Lavoro come procede?, puoi darmi un assaggio?
- Poi il lavoro non è più finalizzato al benessere personale, ma si adegua alle leggi Universali… ma questa è una nuova iniziazione…
“Tutto nasce in questo istante, tutto finisce in questo istante, è qui che trovi la risposta a tutti i tuoi quesiti, basta intensificare la sensazione che provi proprio ora, fino all’Essenza.”
Luca
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