
MEDITAZIONE APPASSIONATA ADESSO
Il dibattito sulla natura originale della mente, cosa sia la non-mente, se sia realistico immaginare la capacità di “uscire” realmente dal reame del pensiero, oppure se invece la mente domina indisturbata ogni possibile immaginazione, percezione, sentimento e se anche l’assenza del pensiero non sia altro che una forma di auto-ipnosi.
Le domande esistenziali: chi siamo noi, cos’è la realtà ultima, dove andremo, se andremo, dopo la morte, oppure se la realtà oggettiva è una dimensione senza spazio, né tempo, significa che non siamo mai nati e che addirittura non esistiamo
Tutti questi quesiti e molti altri ancora, come ad esempio cos’è la natura ultima della realtà, il tempo e lo spazio ecc. ecc. in realtà scaturiscono dalla paura ancestrale di noi uomini di perdere il controllo, di lasciare la stanza dei bottoni in mano al fato o alla Natura, in definitiva di vivere nell’adesso, al presente, nella piena fiducia e con la sensazione di essere sempre accolti e sostenuti.
Non è mia intenzione dare suggerimenti o risposte, anzi, la tensione del dubbio è utilissima per muoversi dalla comoda zona di confort in cui troppo spesso siamo abituati a risiedere.
Intendo accompagnarti in un breve e intenso “viaggio” dentro te stesso per scoprire le meraviglie che ancora non hai scoperto o semplicemente non hai avuto modo di manifestare pienamente.
La meditazione, nella versione “appassionata” centrata nel presente emozionale, è la risposta all’angoscia esistenziale di non sapere da dove proveniamo, chi siamo veramente e dove andremo. La meditazione che ti propongo ha lo scopo di superare tali domande e addirittura le risposte filosofiche, “pronte all’uso” provenienti da svariate fonti culturali e dottrinali.
la meditazione di oggi attraversa le resistenze e le paure profonde attraverso la presenza e la fiducia del maestro per sperimentare e far fiorire l’esperienza trascendente oltre la struttura stessa del carattere e dei blocchi energetici.
L’ORIGINE DELL’ANGOSCIA ESISTENZIALE NASCE DALLA CAPACITA’ DELLA MENTE DI IDENTIFICARSI E SCINDERSI DALLE EMOZIONI, MODULANDONE L’INTENSITÀ, CREANDO L’ILLUSIONE DI ESISTERE
La meraviglia della nostra mente ci permette astrazioni, sogni, viaggi immaginativi, stimoli di ogni genere, ragionamenti, pensieri e razionalizzazioni, ma anche di creare e ricreare circoli viziosi di emozioni : paura, vergogna, rabbia, immagini ossessive e molto altro ancora. questa caratteristica ci permette di essere creativi e di poter “prevedere” con una certa tolleranza di errore, il comportamento degli altri esseri umani e proteggerci da possibili ferite emotive, in generale degli eventi esterni, insomma possiamo “prepararci” a ciò che possiamo ragionevolmente o no, aspettarci che accada. Questa capacità ci permette di identificarci anche con le emozioni, sentimenti e sensazioni fisiche, per poter concretamente avere la “motivazione” all’azione, per avere cioè una “ragione” forte per agire o reagire in una certa direzione.
Se questo non ci fosse non saremmo in grado di percepire cosa ci fa bene e cosa ci fa male e saremmo continuamente in confusione senza dei punti di riferimento emozionalmente rilevanti.
La capacità di identificazione agisce su differenti livelli e include persino la posizione così chiamata di “meta-posizione” ovvero, una sorta di scissione più o meno intensa e più o meno evidente dall’esterno, (dipende dall’intensità delle difese sviluppate) che ci permette di astrarci ( desensibilizzare) da un’emozione e situarci per così dire in una posizione neutrale di “osservatori”, desensibilizzando l’apparato emotivo e sensoriale.
Su questo argomento farò un articolo di approfondimento. La capacità di identificazione/scissione emozionale, impedisce di fatto un altra funzione della nostra meravigliosa mente umana, di essere presenti emozionalmente senza previsioni catastrofiche e ricordi dolorosi ridondanti, senza cioè il pensiero dialettico.
La meditazione serve a ripristinare questa funzione naturale di presenza spontanea, (stato di non-mente) mediante l’esercizio deliberato di una pressione esercitata con un ritmo ben preciso, ma costante, da parte dell’io nel qui e ora, finché non si renda conto mediante un “insight” del trucco che sta creando, dell’illusione percettiva che usa per addormentarsi e scivolare fuori dall’adesso. : l’osservatore osserva il proprio specchio che osserva e controlla il proprio specchio, all’infinito, finché si stanca e lascia andare il controllo!
Nella Meditazione Appassionata Adesso, l’io prende repentinamente consapevolezza della propria potenza creativa e al contempo dell’illusorietà delle sue stesse creazioni, della sofferenza e della paura generate dalla fissazione nel monitorare l’ambiente e nel controllare il comportamento e le prestazioni. In definitiva, ciò che fa l’io, in automatico, diviene consapevole tramite l’esercizio continuato della presenza.
L’OSSERVAZIONE SISTEMATICA E INTENSA DI SE STESSI FORZA L’IO A PRENDERE COSCIENZA DELLA PROPRIA CAPACITA’ CREATRICE E DISTRUTTRICE E STIMOLA LO SVILUPPO DI UN EQUILIBRIO TOTALMENTE NUOVO SITUATO SUL PIANO DELLA REALTA’.
CHE FARE, ALLORA?
Abbiamo visto che è impossibile eliminare l’io, perché sarebbe sempre l’io stesso a farlo, apprendendo la nuova “cosa giusta da fare”, inoltre, non c’è modo di escluderlo, poiché sarebbe sempre l’io a escludere una sua versione precedente,-
Allora che fare?
Ci sdraiamo sul divano e aspettiamo la manna dal cielo?
Chiaramente no, usiamo l’intelligenza dell’io adulto, per andare oltre, trascendere l’idea di essere identificati in qualcosa di specifico come un’immagine o un ruolo, un rango o una posizione professionale.
Agiamo, certo, ma in modo paradossale, mediante l’esperienza diretta dello stato “senza io”, quindi non più attraverso nuovi concetti o razionalizzazioni, ma attraverso un gioco in cui l’io stesso si diverti nel perdersi!
E’ un processo dove l’io é protagonista della sua stessa evoluzione, dove l’io é protagonista del processo di espansione/dissoluzione dei confini fittizi fino allora costruiti, non si tratta di distruggere nulla, ma di espandere all’infinito, senza soluzione di continuità, l’io prima o poi inizia a divertirsi, e avere entusiasmo. creiamo spazio e bellezza, piacere e fiducia, in modo che si il povero io, si innamori nuovamente della vita e delle sue meraviglie, che assaggi il nettare del non-controllo, che prenda fiducia del proprio potere, che riceva amore e aiuto incondizionati, che sia rispettato come parte importante e necessaria, allora è garantito che l’io si trasforma in uno strumento sublime, un veicolo prezioso per uscire dalla struttura costrittiva del carattere.
Questa visione è totalmente differente da quella meccanicistica dove esisterebbe una cosa giusta da fare e una condizione “patologica” o immorale da cambiare, ma chi se ne frega!, chi cerca l’appartenenza a tutti i costi con il pensiero comune dominante, troverà altre strade più nobili e sicure, questa via sacra è per avventurosi, ribelli, scettici onesti, leader, uomini e donne in cerca della libertà di pensare con la propria testa e allo stesso tempo desiderosi di sperimentare, mettersi a nudo, fare viaggi intensi oltre ogni zona già conosciuta.
Il processo di emancipazione dell’io avviene gradualmente, dandosi fiducia, l’io inizia ad evolvere velocemente ed incontrare nuove sensazioni più appaganti di quella di mantenere il controllo, evolve ed espande la propria percezione, gli si da fiducia anche da fuori, in modo che si rinforzi al punto di concedersi un certo margine di rischio di lasciare la presa in modo che si renda conto dei vantaggi.
In questo modo l’intelligenza si sviluppa, si superano i tabù e i concetti e si procede seguendo l’intuizione del cuore, il recupero della fiducia assoluta in se stessi e delle proprie origini divine. Questo modo di procedere è paradossale e da fiducia all’interezza dell’organismo, si stimola la VIS MEDICATRIX NATURAE, quella forza insita in noi che “sa” cosa è buono e giusto, sano e salutare per noi.
A patto che si continui, con costanza e il giusto ritmo, l’io prima o poi lascia andare e l’avvento dell’uscita dal controllo è una gioia immensa, una sensazione stupenda di senso di vita, amore ritrovato, piena realizzazione di sè stessi, soddisfazione fisica che nessun’altra soddisfazione sensoriale puù dare. L’io lascia la presa di controllo e si espande al punto di non percepirsi più come separato, diventa l’Uno, perde i propri confini abituali e acquisisce l’identità con il Tutto, con la spazialità con la saturazione piena di gioia, amore, perfezione, verità, ritrova la vera e unica origine di se stesso, nell’Essenza, muore come individualità e rinasce come globalità, qualità specifica del divino. spazialità senza confini, pace estatica, Uno-senza-secondo!
“tutto ciò che è qui, è altrove
tutto ciò che non è qui, non è da nessun’altra parte”
(Vishvasara Tantra)
Un saluto con un augurio di riflessione e contemplazione
… e ricorda che…
Luca
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