Essere senza dubbi, è utile, d’avvero?

Vuoi essere senza dubbi, senza incertezze, preferenze, paragoni, conflitti interiori?

Perfetto, togliti di mezzo la capacità di intendere e volere e il gioco e fatto!

Esci dalla dialettica delle parti interiori, elimina la funzione di differenziarti dal gregge, salta direttamente nell’oblio del silenzio spirituale e sei a posto!

Ci sei ancora?

Ti ha stimolato la curiosità ad approfondire?

Se senti che potrebbe incuriosirti approfondire allora ti auguro buona lettura e di poter avere buoni motivi per riflettere… questo è già un sintomo che il dubbio è una condizione accettabile e stimolante!

Credo che il dubbio sia una grande opportunità di scelta! Possiamo esplorarne i connotati che esso ci mostra e capire i vantaggi di guardare da una prospettiva differente dal solito, metterci in ascolto e aprirci alle opportunità che il dubbio ci presenta, magari semplicemente per confermare la validità delle nostre idee alla luce delle nostre esperienze.

Possiamo indagare se dentro al dubbio si può crescere, solitamente il dubbio è sempre migliorativo e nutriente, a patto che dentro ci sia il seme dell’amore. Nel dubbio possiamo trovare degli spunti utili per sviluppare la nostra autonomia di pensiero e di giudizio e scorgere lo stimolo per sperimentarci, osservarci da altre angolature e cogliere elementi non usuali alla percezione ordinaria che riceviamo dallo specchiarci con il dubbio stesso.

Il dubbio come pericolo

Però il dubbio è anche percepito come un pericolo, perché mette in discussione l’ordine costituito dei concetti acquisiti senza riflettere, mette in dubbio la “verità” acquistata precedentemente e resa “statica”, e mette in discussione, appunto, le nostre stesse capacità di intendere e volere. Il rischio implicito di dubitare è, non aver sufficiente tempo per riflettere e confrontare le differenze che il dubbio ci suggerisce, le sfumature che una nuova prospettiva ci offre, se siamo sempre di fretta e inclini ad agire in modo automatico, il nostro sentire profondo rimane sullo sfondo… alle volte così sullo sfondo che nemmeno possiamo immaginarlo, e questo rischio è reale.

Il dubbio come beneficio arriva quando sviluppiamo un’abitudine a riflettere sulle idee che incontriamo e di confrontarle con le nostre esperienze e percezioni intuitive.

Il dubbio diviene un mezzo per scoprire se esistono strati ancora più sottili da esplorare di noi stessi. D’altro canto se fossimo totalmente centrati e costantemente in contatto con l’essenza della vita, che ragione avremmo di dubitare del dubbio? non fa parte anch’esso della vita, della realtà e della divina Luce dentro di noi?

Se fossimo così in contatto con la Fiducia Fondamentale, perché mai temere il confronto che il dubbio ci mette di fronte?

Anzi, il dubbio sarebbe una meravigliosa variante della nostra verità e del valore del nostro modo di essere quello che siamo proprio adesso.

Il dubbio come binario sicuro verso l’amancipazione e il decondizionamento

Dunque il dubbio, se corroborato da una pratica dell’ascolto interiore, scevro da idealismi o dottrine specifiche, che limitano il libero ascolto, se orientato allo sviluppo della propria filosofia, ovvero alla coerenza tra emozioni e azioni, allora, sì che è una grande opportunità.

Certo che il dubitare fine a se stesso, porta inevitabilmente alla confusione da un lato oppure al populismo semplicistico dall’altro lato, dubitare per distruggere qualcosa che ci da fastidio e a cui non vogliamo indagare, non solo inutile alla nostra evoluzione di coscienza, ma assai dispendioso energeticamente.

La necessità di mettersi in discussione porta a dare sempre più valore al dubbio ed è questo il seme per sviluppare quella meravigliosa pianta che si chiama autodifferenziazione dal gregge, non perché il gregge sia ostico al dubbio, almeno non solo per quello, ma perché il consenso che il gregge richiede per concederti “l’appartenenza” e di un costo così elevato che ti obbliga a dover condividere idee molto arcaiche, istinti molto primari e indulgere negli istinti di sopravvivenza, difesa del territorio, ira contro l’ingiustizia e i privilegi ecc. ecc.

Sono livelli dei bisogni primari che implicano un dispendio energetico enorme, che hanno un senso biologico in momenti di guerre e di pericolo reali, ma che in momenti di relativa pace è un costo troppo alto da dover pagare in cambio di qualche “like” sociale.

La paura del dubbio come sovversione del potere

Il potere dominante cercherà sempre di mantenere il popolo in una condizione instabile di relativo pericolo, dove non ci deve stare il dubbio, le cose devono essere dette da una “fonte ufficiale”, unica, legittimata a valutare il “grado del pericolo”: non troppo pericolo, per non rischiare l’insorgere spontaneo della ribellione popolare, nè troppa pace, per non destare nei molti, lo sviluppo dell’arte e dell’espressività delle differenze interiori e spirituali e magari stimolare la curiosità di pensare con la propria testa. Questa situazione di pace e democrazia ( più o meno relative) per chi gestisce il potere è molto più pericolosa rispetto alle situazioni di pericolo, vero o indotto che sia, perché è nella pace democratica che c’è il tempo, l’energia, la motivazione e i il denaro per pensare di sviluppare il proprio profondo benessere.
E’ nella pace che ci possiamo concedere la libertà di confrontarci e scorgere le più profonde risorse dell’essere umano, nonchè la possibilità di sviluppare compassione e l’amore verso se stessi e verso gli altri.

Il dubbio stimola senza dubbio la riflessione e il ragionamento filosofico a patto che sia percepita una certa pace democratica e ci si possa concedere il tempo per esplorare le profondità dell’essere.

Come procedere a livello pratico?

Dando voce alle parti in ombra e quelle dissidenti dentro di noi! Ascoltare la nostra vulnerabilità, il senso di vergogna, l’ira rimossa e la paura, Fondamentalmente sono queste quattro emozioni che ci creano i dubbi e che ci impediscono di riflettere in profondità e di cogliere le sfumatura dei processi interiori in divenire.

Queste quattro grandi categorie di emozioni ci paralizzano in un atteggiamento di difesa e chiusura che di fatto ci mpedisce di metterci in dubbio e conoscere realmente chi siamo e come funzioniamo.

Possiamo allora procedere in modo pratico allenandoci a far esprimere le parti in ombra dentro di noi, con l’arte, la drammatizzazione delle sessioni di esplorazione delle nostre parti interiori, oppure con la meditazione del flusso di coscienza

Mettiamoci a meditare in modo attivo, la Scrittura Iniziatica ( se vuoi approfondire la Tecnica della Scrittura Iniziatica vai qui) per esempio è una meditazione che funge anche come ” auto-guarigione”, per far parlare ed elaborare le parti nascoste e dissidenti dentro di noi e riconoscerle, vederle e amarle finalmente come esse si aspettano da sempre!

Un grande augurio di riflessione e di libero pensiero!

Luca

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